“Un’oncia di prevenzione vale una libbra di cura”, diceva Benjamin Franklin, coniando una massima che oggi potremmo applicare con efficacia alle politiche per la salute e la sicurezza sul lavoro, tema al centro dell’agenda istituzionale, su cui L’Operosa Spa è attivamente impegnata, sia nei cantieri, sia a livello culturale, in un’ottica di promozione di alleanze ampie capaci di promuovere la collaborazione tra enti pubblici e mondo dell’impresa. In questa prospettiva, negli spazi del Museo del Patrimonio Industriale di Bologna, si è tenuto il convegno “Lavorare in Sicurezza: nuovi assetti normativi e loro impatti sulle prassi operative aziendali”. L’appuntamento ha concluso la prima edizione della settimana “Bee Safe”, l’iniziativa che fin dal nome richiama il logo de L’Operosa (bee, in inglese, significa “ape”) nell’intento di promuovere una cultura della prevenzione nei luoghi di lavoro. “Abbiamo voluto portare Bee Safe nei luoghi di lavoro legati ai principali appalti dell’Emilia-Romagna attraverso attività di formazione nei nostri cantieri: dalla Fiera di Bologna a Grandi Stazioni, da Coop Alleanza 3.0 al Comune di Galliera fino al servizio di manutenzione del verde per il Comune di Bologna – ha sottolineato in apertura il presidente, Nicola Corbo – siamo portatori di un impegno, pratico e anche culturale; il nostro claim, fin dalle origini, ricorda che L’Operosa è “fondata sul lavoro”, riprendendo il primo articolo della Costituzione. E il lavoro deve essere innanzitutto sicuro”. Per dimostrare la concretezza dell’impegno, occorre citare i dati riportati dall’azienda nel 2024: “abbiamo ridotto la frequenza di infortuni sul lavoro del 28,3% rispetto all’anno precedente battendo le aspettative. Ora vogliamo consolidare questo trend”.
Un esordio doppio, dunque, — settimana e convegno dedicati alla sicurezza — che punta a trasformarsi in un appuntamento annuale che riunisca esperti del diritto, tecnici, rappresentanti delle istituzioni e operatori aziendali. Il messaggio condiviso è chiaro: serve un nuovo patto per la sicurezza, fondato sulla corresponsabilità di tutti gli attori coinvolti.
Il quadro normativo in evoluzione
Ad aprire il convegno, moderato da Ilaria Vesentini corrispondente de Il Sole 24 Ore, è Alberto Pizzoferrato, ordinario di Diritto del lavoro all’Università di Bologna, che si è soffermato sulle principali novità introdotte dalla Legge 203/2024 (Collegato Lavoro). L’intervento ha posto l’attenzione sulle novità introdotte nell’ordinamento, arrivando poi a riflettere sul “tanto discusso quarto quesito del Referendum dell’08 e 09 giugno, teso a estendere la responsabilità solidale tra committente e azienda appaltatrice, con l’obiettivo di responsabilizzare le aziende al vertice delle filiere”. Sulla responsabilità d’impresa, si è soffermato l’Avv. Oreste Manzi, coordinatore regionale dell’Avvocatura INPS Emilia-Romagna, sottolineando “l’importanza degli obblighi giuridici per la salvaguardia della sicurezza di chi lavora, unitamente all’impegno delle imprese in questa direzione”.
Il peso della responsabilità e il valore della vigilanza
In questo solco, un passaggio chiave è stato dedicato agli aspetti penali della sicurezza. Il Prof. Andrea Tripodi, ordinario di Diritto penale all’Università di Macerata, ha sottolineato come per legge si siano individuati i reati presupposto della responsabilità penale degli enti, tra i quali anche l’omicidio colposo e le lesioni gravi o gravissime, se commessi con violazione delle regole in materia di salute e sicurezza. “Varie le imprese che hanno iniziato a prendere sul serio il ‘modello 231’ (strumento organizzativo per prevenire i rischi sul lavoro, ndr) solo perché tutelante rispetto alla responsabilità penale” ha affermato, sottolineando l’importanza dell’auto-normazione da parte delle imprese nel prevenire gli infortuni.
Ma dove non arriva la responsabilità delle imprese, occorre intervenga la vigilanza. A testimoniarne il ruolo cruciale, Antonella Mileni, dirigente dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, ha offerto un quadro aggiornato delle attività del 2024. “Con 900 tecnici, siamo arrivati a 46.000 ispezioni, con un aumento del 126% rispetto all’anno precedente”. Il risultato? C’è molto lavoro da fare: l’85% delle aziende ispezionate presenta irregolarità.
Stress lavoro-correlato: la sfida invisibile
Al centro del dibattito anche la prevenzione dello stress lavoro-correlato, patologia in crescita, non sempre facile da rilevare. Stefania Ciani, presidente della cooperativa Servizi Ecologici di Faenza, realtà attiva nell’ambito della consulenza alle imprese su salute e della sicurezza sul lavoro, ha sottolineato l’efficacia della metodologia Inail per una valutazione efficace. “Lo stress può essere difficile da misurare perché è soggettivo, ma la valutazione può essere oggettiva. Occorre cogliere in tempo i segnali che precedono gli eventi più gravi” ha spiegato Ciani, passando in rassegna i punti chiave di una corretta valutazione dalla fase propedeutica fino alla pianificazione e al monitoraggio degli interventi correttivi, con attenzione ai cosiddetti “eventi sentinella” (indici di infortuni, assenteismo, reclami).
INAIL: la prevenzione come investimento sociale
Tra i momenti più rilevanti del convegno, l’intervento di Davide Lumia, direttore INAIL Ferrara, che ha posto l’accento sul ruolo prevenzionistico e promozionale dell’ente, che oggi è più solo erogatore di indennizzi, ma “svolge attività di informazione, formazione, consulenza, e finanzia progetti per la riduzione del rischio sul lavoro”. Non a caso, il Bando ISI 2024 prevede 600 milioni di euro per imprese e terzo settore, in forma di incentivi per investimenti strutturali, formazione, innovazione tecnologica.
Un nuovo patto di responsabilità, a partire dai cantieri
A chiudere il convegno, Francesco Ricci, direttore regionale INPS Emilia-Romagna, che usa a riassunto del convegno le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “morire sul luogo di lavoro è uno scandalo per ogni Paese civile. Occorre un impegno corale per una vera cultura della prevenzione”. Ma come sviluppare l’impegno corale richiesto dal Presidente? “Il convegno di oggi è un passo importante – ha sottolineato il direttore – le pubbliche amministrazioni devono uscire dai propri uffici: fare rete e favorire la costruzione della rete mettendoci la faccia. Un tempo l’impresa è stata guardata con sospetto, oggi si è compreso che le imprese sono un alleato. All’Inps lavoriamo sull’intelligenza sociale: occorre un’alleanza tra enti pubblici, accademia, imprese e realtà territoriali, un’alleanza che come ci ha ricordato Agnese Mancino, Rspp de L’Operosa, occorre far partire dai cantieri, a contatto con il lavoro”.


